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Votare? Davvero?...

Di: Michele Luches | 17/03/2008

Sia chiaro, e lo dico a scanso di equivoci, che ognuno è naturalmente libero di fare quello che vuole: votare PD, votare Arcobaleno, votare questa o quella Falce e Martello, andare appresso al Grillo che fa tanto "trendy"...

Però, farebbe bene a pensare che se ne assume la responsabilità. Votare è una cosa seria, e queste elezioni, lo dico personalmente da sempre, non lo sono. Vedo che per fortuna non sono l'unico a pensarla così. E con soddisfazione noto che non di "qualunquismo" si tratta, ma di vera e propria "critica costruttiva". E, lasciatemelo dire con moderata "soddisfazione", NON CERTO di destra. Anzi! 

Ripeto, fate come meglio credete. Io non ho alcun dubbio! 

Per saperne di più:

http://questavoltano.splinder.com

 

Questa volta no! Appello astensionista

Premessa: le ragioni dell'astensione

Il 13 aprile non voteremo, non ci piegheremo ad alcun ricatto, diremo no ad elezioni truffa che preparano la legislatura dell'americanizzazione integrale del sistema politico italiano.
Una legislatura i cui contenuti essenziali sono già tracciati dall'intesa Veltroni-Berlusconi, un'intesa coperta a sinistra dall'arlecchinesco arcobaleno di Bertinotti.
Come ben si capisce dal testo dell'appello il nostro non è un astensionismo ideologico, astorico e decontestualizzato. Al contrario, quel che proponiamo è un astensionismo politico che trova le sue ragioni fondanti nell'attuale tornante della storia del nostro paese.
Per quanto la casta di regime - sia essa di "centro", di "sinistra" oppure di "destra" - si sforzi per dare dignità ad un finto dibattito politico, ampi settori popolari hanno già capito l'essenziale: queste elezioni sono una truffa. Un imbroglio antidemocratico che impedisce ogni vera scelta, perché le vere scelte sono state già fatte e verranno imposte al paese qualunque sia il risultato.
Il rapporto di sudditanza con gli Usa si rinsalderà, insieme alla disponibilità a nuove avventure militari se Washington lo chiederà. Gli interessi delle oligarchie finanziarie saranno la preoccupazione condivisa del nuovo mostro bipartitico, mentre i privilegi del ceto politico saranno ancor più tutelati. La costituzione che prenderà forma sarà apertamente fondata sull'impresa, non più sul lavoro; mentre il sistema istituzionale (legge elettorale inclusa) verrà sempre più piegato alle esigenze delle classi dominanti, verso nuove forme di totalitarismo che includono ma non si esauriscono nel presidenzialismo.
Questa è la Terza repubblica di cui già parlano, frutto velenoso dell'imbarbarimento sociale, prodotto garantito di queste elezioni truffa.

Come rispondere a questo scenario? In teoria ci sono tre possibilità: il menopeggismo, l'identitarismo, il rifiuto. Il menopeggismo (rifondarolo e non solo) è l'ideologia che più ha prodotto danni, dato che il meno peggio prepara sempre il peggio. L'identitarismo di chi pensa che basti avere una falce e martello sulla scheda elettorale (Sinistra Critica, Pcl, ecc.) è comprensibile ma del tutto inefficace.
Resta il rifiuto ed è questa la scelta che proponiamo. Una scelta etica e politica.
Ma il rifiuto, cioè l'astensione, non è fuga. Al contrario, esso vuol essere la premessa di una lotta più ampia che potrà svilupparsi solo a condizione di una rottura totale con l'indecente casta che chiederà il voto il 13 aprile. A volte il voto più forte è quello non dato. A noi sembra che questa volta sia proprio così.


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