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San Lorenzo Suite

Di: Fulvio Savagnone | 07/11/2011
Ballet en dix scènes pour quatre personnages et pub:

1. Prélude
2. Rêverie (Allemande)
3. Le Pub (Courante)
4. Artémis et Alphée (Fugue)
5. Les Amoureux (Sarabande)
6. Entr’acte
7. Les Liaisons Dangereuses (Passacaille)
8. Le Pub (reprise, Bourrée)
9. Chagrins d’Amour (Loure)
10. Triste, solitaire (et Final)


1. Prélude

Tre meridiane.
Tata 3.5 cominciò a preparare l’unità abitativa per la sveglia.
Per iniziare, un leggero abbassamento della temperatura ambientale e la diffusione aerosol di essenza di vétiver, vagamente eccitante, per facilitare lo svanire del sonno.
Poi prese a risuonare un raga indicato per predisporre alla ripresa delle attività della giornata. In bagno la jacuzzi cominciò a riempirsi.
In cucina un caffè nero e bollente piano piano gorgogliava nella caffettiera in titanio e ceramica disegnata da Alenitchev. Un print-out di instant-news da providers selezionati apparve sul tavolo della zona lounge insieme a tazze, spremute, cucchiaini, integratori, toasts appena sfornati, eggs and bacon, burro e marmellate biodinamiche.
Il letto a tre piazze, di cui due adesso vuote ma ancora impregnate di profumi e aromi, iniziò a vibrare, applicando un massaggio miostimolante alle ormai riposate membra di un uomo sui 35 anni, in forma smagliante in barba alla pratica assidua di sex drugs and rock’n’roll.
L’uomo si svegliò con un sorriso beato sulle labbra. Hannah e la sua amica avevano avuto il buongusto di filare prima che lui si svegliasse, certo riconoscenti per la profusione di generi di conforto che lui non aveva esitato a dilapidare insieme a loro nel corso della notte. Belle, in gamba e furbe, proprio come piaceva a lui. Già considerava la possibilità di chiamarle di nuovo uno di questi giorni.
Bevve il caffè a mollo nella jacuzzi, poi fece una doccia all’yling-ylang. La perfetta rasatura fu un affare di pochi secondi con il plug-in dedicato. Beh, Tata 3.5 era il più costoso hard/soft di gestione abitativa, però valeva tutti ma proprio tutti i crediti spesi. Dopo la colazione scivolò nel suo completo di shantung stile Gran Maestro di Zai-Do. Era pronto per la sua serata di lavoro.
Uscì dalla sua unità abitativa, nel più lussuoso blocco del più lussuoso agglomerato di Roma Italia Nord-Mediterraneo.
Fuori non era così appagante come dentro.
Aria pesante come sempre. Le solite nuvole basse e cariche di una pioggia inespressa coprivano quel Sole che tutti si ostinavano a credere ancora lì dietro a fondere H in He.
Scrollò le spalle e azionò il dispositivo di meteoregolazione sul bavero della giacca. Chissenefrega del tempo fuori quando il tuo conto in banca può permetterti di avere il miglior personalizzatore di microclima incorporato nello shantung del tuo vestito.
Si incamminò verso gli Studi e gli venne in mente Bea.
Bea… una così non si trova tutti i giorni! Epperò… certo sarebbe stato meglio trovare il momento e il modo per dirle che tutto sommato era il caso di finirla: dopotutto erano più di sei mesi che facevano solo finta di stare insieme. Lui aveva ormai gli ormoni altrove. Ma lei chissà che intenzioni aveva.
Mentre così assorto camminava quasi urtò un turista dall’aria spaesata.
- Scusi.
- No è niente scusa lei… però forse può lei vedimi su questa mappa qui dove via Papiria.
Cercò di non ridere:
- Certo, come no, mi faccia vedimi...
Trattenne il secondo attacco di riso al pensiero di quel cazzo di accento così buffo e si chiese Via Papiria? Mai sentita, via Papiria. Certo non sta qui nel Blocco Parioli e nemmeno nell’Agglomerato Nord. Del resto lui negli altri Agglomerati non ci metteva piede: posti del cazzo poveri e squallidi colpa loro che non seguivano i dettami del Governo Unificato del Nord-Mediterraneo e del libero mercato.
Mentre cercava di raccapezzarsi nella cartina stazzonata il turista si spostò impercettibilmente alle sue spalle. La lama era estremamente affilata e non ebbe difficoltà a separare la giugulare in due tubetti che presero allegramente a zampillare fuori la vita ad una ritmo tale che l’uomo sui 35 anni, in forma smagliante in barba alla pratica assidua di sex drugs and rock’n’roll, non riuscì a realizzare granché di quello che era l’ultimo evento significativo della sua esistenza.
Si accorse a malapena che qualcuno stava urlando che un sacco di gente gli si faceva intorno però strano tutti lassù in alto il turista non c’era più.
Chissà se aveva trovato via Papiria.

2. Rêverie (Allemande)
Tre antimeridiane.
Avete notato come a quest’ora le automoviles che vagolano per la metropoli sono sempre e solo piene di maschietti in uno due o più?
Niente yin solo yang.
Questa città mi deprime.
Era una di quelle notti in cui ti chiedi che ci faccio qui fuori ma una giornata faticosamente difficile e le pareti invero sottili della tua unità abitativa con vibrazioni appena malsane ti spingono o quasi ti espellono giù nella strada.
E così in situazioni come questa certo per me non nuove automaticamente dirigevo le estremità deambulanti verso la mia oasi favorita e cioè il Rive Gauche il mio pub di fiducia dove mi attendeva il sorriso caldo delle sue barwomen pandionisiache.
Freddo e pioggerellucula che la notte come ad accanirsi mi propinava mi facevano aggrinzire i denti protesizzati al carburo di molibdeno benedetto il mio dentista quanti crediti mi aveva sfilato.
I brividi mi facevano fremere i capezzoli ad un ritmo ellittico da breakbeat ma non me ne curavo troppo. I miei stivaletti finto ultimo strillo comprati da un mio cosiddetto amico che campava e bene grazie ai miei acquisti degli oggetti da lui fabbricati o semplicemente ottenuti azzerando il loro valore di scambio leggasi appropriazione indebita facevano ciac nelle pozzanghere in cui si rifletteva il neon delle insegne con un’iridescenza dovuta ai molteplici prodotti chimici raccolti nei cieli industriali su al nord spinti dai venti delle incessanti perturbazioni e riversati giù con precipitazioni più o meno acide ma non certo psichedeliche nonostante i colori fluocangianti che lasciavano su questi macadams lucidi oleosi e pericolosamente scivolosi.
I macadams delle strade del Blocco S. Lorenzo Agglomerato Sud Roma Italia Nord-Mediterraneo un Agglomerato che seguiva un ritmo di crescita tutto suo. Ritmo lo era di certo crescita chissà. Non facevo più caso alle cicatrici del secolo passato ancora lì nel loro abbandono giganteschi pilastri rimasti da non so più quale tangenziale muri smozzicati da bombardamenti di non so più quale guerra coperti da graffiti sotto i quali occhieggia l’ocra splendente di Roma antica una Roma laterale che ha deciso di seguire strategie oblique esaltando rimasugli e avanzi della ricchezza del resto della città che avanza. Le navette che sfrecciano altrove qui non arrivano. Un ghetto però era il mio ghetto.
Ma insomma chissenefrega io c’ho i cazzi miei cui pensare.
Ero un tipico caso di dissociazione antizen con il corpo inumidito infreddolito deambulante automaticamente da una parte e dall’altra la mente che correva dietro a quella bionda che mi aveva appena mollato dopo un lungo intercorso e pensare che non avevo fatto nemmeno in tempo a chiederle il nome.
Con lei erano state novantottore di fuoco dopo i due eventi che misero a dura prova la mia selvaggia scorza e cioè:
uno la scomparsa così ollivudiana di Gionata Neugebaum alla fine dei ben noti incidenti di quella notte lì in cui lei ed io mettemmo a soqquadro il Rive Gauche cioè il mio pub di fiducia. così tanto di fiducia che infatti per poco non mi mise nella lista nera degli ospiti indesiderati. Beh che volete non fu colpa mia se le nostre effusioni provocarono per induzione lo scatenamento di un’orgia panica che coinvolse tutto il locale.
due l’incidente diplomatico fra Giappone e Canada innescato dalla sparizione delle tre sferette intravaginali autorgasmiche che sempre durante gli incidenti di quella notte lì il capodelegazione della comitiva giapponese in visita turistica stava sperimentando con la madre superiora delle suore canadesi capitate per sbaglio al Rive Gauche. Detto così sembra complicato ma se mi prestate attenzione magari questa storia ve la racconto dopo.
Gionata nonostante il suo nome era una bruna mozzafiato dai fuseaux stretch a mezzo polpaccio completi di caviglia come fresata al tornio e tutto il resto di conseguenza nata nel Lower East Side NY NY da genitori ebrei originari di Trieste ed emigrata qui in Nord-Mediterraneo Italia Roma S. Lorenzo.
Incontrata due volte. Due volte sfrenammo insieme le rispettive libido. La prima volta scomparve subito dopo lo sfrenamento che scoprii dopo mi costò la verginità. La seconda volta cioè quella notte lì al Rive Gauche scomparsa e basta. Volatilizzata. Punto e a capo.
Per fortuna la sua amica bionda che era con lei quella seconda volta orfana anch’essa della sua presenza accettò il mio affetto visto che ne aveva tanto bisogno o forse viceversa non ricordo bene ma allo scadere delle novantottore disse grazie ora sto un sacco meglio se vuoi puoi tenere i miei regali e scomparve pure lei. Strano destino il mio tutte le mie fantastiche donne mi lasciano una dopo l’altra sorridendo incantate.
I suoi regali li tenno. Erano doni ritualtantrici del tipo in uso nei giri neotrashendy cioé in quella contaminazione di stili trancendance + trash + trendy intesi come meditazione da s/ballo: la bionda mi aveva regalato un cinturone borchiato in pelle blu aurora boreale con software dedicato poi una confezione di profilattici a campo magnetico i più sottili che esistano e finalmente il codice per downloadare l’ultimo pezzo dei Punkreas che avevamo scoperto essere il nostro gruppo new-age preferito.
Io per non essere da meno le avevo regalato le tre sferette intravaginali autorgasmiche giapponesi ah sì come per caso me le ero ritrovate in tasca a incidente diplomatico ormai scoppiato. Però, quella madre superiore! Canadese, perdipù…
Per riprendermi dall’abbandono della bionda passai una settimana praticando la Procrastinazione Creativa. Cioè dormivo.
Solo oggi ero riuscito a fare un po’ di movimento per provare ad uscire dal torpore. E che movimento.
Con tali stati d’animo a serpeggiarmi nei precordi capirete bene come tirai un sospiro di sollievo entrando al Rive Gauche cioè il mio pub di fiducia.

(Continua...)

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