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Blue Willa

Di: Stefano Santoni | 28/03/2013
Dopo un EP e 2 album sotto il nome di Baby Blue, Serena Alessandra Altavilla (voce), Mirko Maddaleno (voce e chitarra), Lorenzo Maffucci (basso) e Graziano Ridolfo (batteria), decidono di dare allo stesso tempo continuità e sviluppo alla loro creatura chiamandosi Blue Willa e contattando come produttrice un'icona della musica alternativa come Carla Bozulich. Già il gruppo aveva una stima incondizionata per il suo lavoro, poi dopo aver assistito ad una sua performance on stage rimangono folgorati dalla sua energia e la contattano immediatamente dopo il concerto proponendogli di venire in italia per aiutarli a dare vita alle loro idee. La Bozulich, fortunatamente, accetta immediatamente dimostrandosi subito molto interessata al progetto. Carla e i Blue Willa passano insieme 10 giorni in campagna ai Bombanella Soundscapes, a Maranello, con l’aiuto del tecnico del suono Davide Cristiani. La Bozulich si prende cura delle loro canzoni e dei loro suoni, proponendo loro nuove soluzioni ed un nuovo immaginario. “Qualche parola sui Blue Willa: la loro musica si è impossessata di me. Sono stata avvelenata da questi suoni belli e spaventosi e questo mi elettrizza. Lavorare con loro mi ha messo in costante tensione elettrica, facendomi restare quasi senza dormire perché ero sempre sveglia, sognando.” Queste le parole di Carla Bozulich prese direttamente dal libretto allegato al cd, parole che esprimono quanto l’ex Geraldine Fibbers e Scarnella nonchè attuale leader della sua formazione Evangelista sia rimasta folgorata dall’impatto del quartetto di Prato. Le atmosfere sono tormentate e scure, la chitarra è affilata e fa sanguinare la carne, l’arte della Bozulich di alternare stasi e accelerazioni, nervosismi e rilassamenti è stata implementata alla perfezione. “Eyes Attention” è già programmatica del sound del gruppo, le pause, i ritmi tribali, le chitarre che iniziano a sferzare l’aria risultando acide ed avvolgenti allo stesso tempo, la voce di Serena che sa essere tanto abrasiva quanto suadente, i cori in sottofondo che sembrano provenire dalla foresta di occhi della copertina del disco creata da Alessia Castellano (potete trovare i suoi lavori su http://www.behance.net/cuoredicane). “Fishes” accelera i tempi mostrando più urgenza, ma i Blue Willa sono capaci di rallentare i ritmi con un gran lavoro di chitarra e di percussioni, mentre i cori dissonanti creano quell’atmosfera bella e spaventosa di cui parlava la Bozulich, per poi spingere di nuovo a tavoletta il piede sull’acceleratore con un gran lavoro sul rullante. I 4 distendono i ritmi entrando in “Tambourine”, con un organetto ed il consueto tribalismo a condurre le danze. La voce di Mirko Maddaleno è il perfetto controcanto maschile, la batteria non risulta mai banale, Ridolfo sa sempre quando è il momento di spingere sul rullante e sui piatti e quando è il momento di cavalcare sui tom. E va a briglia sciolta nel finale. Con “Moquette” rallentano i ritmi sempre a modo loro alternando con gusto tra momenti calmi e frustate dissonanti, ormai è chiaro che il cambio rapido e repentino dentro un brano è uno degli aspetti che riesce meglio al gruppo di Prato. La lunga “Vent” è maestra nel cercare e trovare queste atmosfere a volte rarefatte e a volte psichedeliche con un grande crescendo emozionale: “And Now-Without Disillusion-Confusion-Tonight-Baby I Can Even Love” cantano insieme Serena e Mirko, e come dargli torto?? “Good Glue” per quasi 2 minuti ci trascina in una spirale punk-hardcore formalmente ed emotivamente perfetta. “Rabbits” sembra quasi una ballad….ma perfettamente sbilenca. Il coro di “Birds” è assolutamente trascinante e fa da perfetto contraltare alla strofa intonata quasi come fosse una filastrocca. “Moan” e “Cruel Chain” sono semplicemente splendide. Il silenzio crea aspettative e stimola la creatività, in questo cercare silenzi di suono è esplicativa la finale “Spider”, con echi di voce e tamburi lontani, la foresta di occhi si ritrae fino a quando si spinge di nuovo il tasto play e le magie stregate appaiono di nuovo per celebrare questo magnifico album italiano, di respiro internazionale come pochissimi altri

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