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Orizzonte

Di: Franz Andreani | 27/02/2013
Mi dispiace ma non mi allineo alla schiera dei giornalisti e commentatori italiani, non sono né l’uno né l’altro, non avrei voluto neppure scriverlo questo blog, poi lo sconcerto per le prospettive che si vogliono per forza confuse del dopo voto, mi spinge a porre sotto i vostri occhi queste poche righe, non tanto per farvi sapere come la penso, quanto per stimolarvi un confronto al di là delle posizioni abbastanza allineate di stampa e media che riconoscono la grande vittoria politica di Berlusconi oltre al boom del Movimento 5 Stelle.
Facciamo un discorso dalla parte della reale governabilità al di là degli slogan elettorali. Il PD e la sua coalizione sono il primo partito e non c’è dubbio che a lui debba essere dato l’incarico per tentare di formare il nuovo governo; il tanto problematico Senato vede la vittoria del centro sinistra per 11 a 7 - con un pareggio in Molise e un candidato autonomista dalla Valle d’Aosta, oltre alla risicata maggioranza alla Camera. Ma con la manipolazione operata dall’informazione e l’enfasi tutta italiana nel porre l’accento sul cavaliere e sulla sua rimonta, gli italiani non comprenderanno questo passaggio democratico ma lo subiranno come la solita imposizione: parrà loro che malgrado Bersani abbia perso, debba ricevere l’incarico di formare il nuovo governo. Ma l’abbiamo detto: il centrosinistra vince se pure di misura e deve governare..
In fondo questa potrebbe essere la svolta. Il presidente Napolitano affida l’incarico al partito di maggioranza relativa alla Camera il quale si presenta con un programma in pochi punti: riforma della legge elettorale e riduzione dei parlamentari, tutele per i lavoratori, riduzione e razionalizzazione della spesa pubblica, lotta all’evasione, rilancio dell’economia con il rilancio degli investimenti su turismo e terziario, infrastrutture con la valorizzazione del patrimonio esistente, tetto massimo agli stipendi e incompatibilità tra cariche, riduzione del peso dello stato sulle imprese; a quel punto chiede al Movimento di votarlo. In fondo le stesse analisi su coloro che hanno votato il Movimento e la rimonta della destra indicano che il Movimento stesso, in gran parte, abbia raccolto i voti della sinistra non contenta. Ma le lobby si stanno muovendo affinchè vada in porto la coalizione PD PDL per salvare il paese: una tragica riedizione dell’ultimo anno di politiche di destra, alle quali lo stesso cavaliere ha prestato il fianco, inabissandosi all’inizio per poi riemergere con la forza del populismo negativo, volendo citare Vendola, oltretutto giustificata dalla supposta ingovernabilità che è una fantasia tutta italiana - Obama governa con la maggioranza alla Camera .
È grave dunque che il mondo dell’informazione aspiri ad una grande coalizione tra PD e PDL, senza assolutamente contare sul Movimento. È vero che gli orizzonti del movimento stesso non sono chiari al di là della semplice propaganda distruttiva della campagna elettorale, ma se è vero che il governo di un paese è affidato a uomini, è auspicabile che questo paese lo si governi, e che questo venga esercitato da chi ha realmente vinto e può vantare punti di contatto nel programma politico. Gli italiani hanno parlato charo, al contrario di quello che ci vogliono far credere, qualunquismo da una parte e scontento dall’altra, ha vinto lo scontento, e il cambiamento, lo facciamo governare? Speriamo non emerga nel Movimento l’intenzione di non scontentare un elettorato fresco di acquisizione, che spinge sull’acceleratore dell’ingovernabilità a tutto vantaggio di una demagogia e di un populismo che, come testimoniato anche dalla rimonta di Berlusconi, in Italia paga.
Anche su FB o Twitter si chiede a gran voce che Bersani si dimetta come se il vero problema fosse lui e non la rimonta qualunquista di Berlusconi - anche considerato il crollo della Lega - mentre il cavaliere gongola anche e soprattutto contro chi dal suo partito lo voleva mettere da parte considerandolo ormai finito. .
Da ultimo il dato sconcertante sul termometro del nostro paese è proprio dato dal successo politico di Berlusconi. Sarà pure vero che gli elettori di destra si sono rotti di essere considerati come l’emblema della stupidità di un paese, ma purtroppo continuano imperterriti lasciandosi abbindolare dal fascino di un chiacchierone mafioso. La destra vota PDL e La Russa e non Grillo. È un problema tutto nostro, legato al nostro innato conservatorismo, legato ad una serie di incarnazioni di ciò che vorremmo essere e che forse siamo, ben sintetizzato da un commento copiato ed incollato da FB - che riporto virgolettato: “Italia, paese di malfattori, evasori fiscali, intrallazzatori, corrotti e corruttori, mafiosi, camorristi, piduisti, avidi egoisti, beoti cialtroni... Devo continuare?”.

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