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Head First

Prevedere quale sarà la proposta di Goldfrapp ad ogni nuova uscita è impresa ardua, visto che ogni volta il duo di Bristol sembra divertirsi a smentire le sue precedenti versioni. Ed in effetti come avvenne per per Black Cherry e Supernature quali successori del mitico Felt Mountain, così il ritorno alle origini di Seventh Three viene stravolto da Head First. È sufficiente un primo sguardo alla copertina per intuire su quali territori porterà l'album, l'mmagine una Alison Goldfrapp versione anni '80 con un look stile ritornoalfuturo/flashdance...

Se la parte visiva ci dà un suggerimento, l'ascolto non fa altro che confermare le sensazioni, sin dalle prime note Rocket, singolo apripista con un registro di synth che ricorda i Van Halen di Jump, introduce alle atmosfere da musical di 25 o 30 anni fa e sulla stessa falsariga Believer, Alive ed I Wanna Live potrebbero addirittura ricordare a qualche sigla tv dell'epoca.
Il nucleo centrale di canzoni è sicuramente quello più consistente, quando in Head First Alison intona “My whole world in light...” riesce ad emozionare, in Hunt Will Gregory dà prova della sua bravura e maestria con gli arrangiamenti e Shiny & Warm conferma che quando i due si limitano ad un più classico techno-pop, come negli episodi migliori del secondo e terzo e album, le cose fuzionano al meglio. La chiusura è affidata all'originale affresco sonoro Voicething.

Head first è sicuramente un album molto discutibile, la scelta artistica di renderlo così retrò appare fin troppo forzata e, alla fine ne appiattisce troppo il risultato finale che, nonostante tutto, ha ancora qualche buono spunto, dettato forse più dal talento dei due che dalla qualità dei brani, perchè Alison Goldfrapp è sempre una interprete di alto livello e Will Gregory ha indiscutibilmente tanto mestiere nel ruolo di arrangiatore/produttore.
La ruota ha girato stavolta in questa direzione, il 2010 di Goldfrapp ha fatto prevalere il lato da diva, che già agli esordi si era manifestato nel cd extra della limited edition di Felt Mountain, dove era presente una bellissima cover di Physical di Olivia Newton John (oggi usata per uno spot). Probabilmente gli ascoltatori si dovranno mettere l'anima in pace con questo gruppo che non fa dischi per i fans, cambiando rotta ad ogni uscita e lasciandoci con l'unica certezza di non sapere mai cosa attendersi da loro, sia nel bene che nel male.

Fabio De Seta

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