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Industrial Complex

Vi proponiamo una specie di numero 0 per le recensioni di quello che potrebbe essere un nuovo acquisto di RRTO: Fabio De Seta. Benvenuto, Fabio!

NITZER EBB - Industrial Complex

I Nitzer Ebb sono tornati. Sono passati 15 anni dall'ultimo loro lavoro 'Big Hit' e dal conseguente scioglimento, 15 anni in cui hanno lasciato il testimone di paladini della musica EBM (Electronic Body Music) vacante, senza che nessuno sia stato in grado di raccoglierlo, 15 anni in cui la musica elettronica si è sdoganata definitivamente e si è posta in posizione paritetica rispetto al Rock tout-court grazie alle diverse correnti che sono emerse, da quelle più sotterrane della dj culture al dance-rock (i Prodigy devono moltissimo ai NE), all'ambient trip-hop, al ritorno in grande stile del synth-pop.
In questo scenario è però mancato chi potesse rappresentare degnamente l'Electronic Body Music, quel movimento prettamente europeo che dagli anni '80 dai DAF ai Front 242 fino agli Skinny Puppy e agli italiani Pankow abbinò la pontenzialità da ballo dei sintetizzatori e delle drum-machine con atmosfere energiche e pesanti quasi mutuate dal punk o dal metal, diventando uno dei riferimenti principali nei dancefloor alternativi sia in Europa che in Nord America. Ebbene, nel 2010 forse i Nitzer Ebb, protagonisti assoluti della scena di quegli anni, con la loro reunion avranno la chance di portare alla ribalta un genere altrimenti destinato al dimenticatoio.

In realtà già dal 2007 Douglas McCarthy (voce) e Bon Harris (synth e percussioni) avevano ripreso ad affacciarsi in qualche festival estivo limitandosi all'attività live ma solo quest'anno si rimettono in gioco con la prova in studio in un album di inediti dal titolo "Industrial Complex" che è il loro sesto album, il quinto consecutivo con il supporto alla produzione di Flood, uno dei maghi per eccellenza del sequencer.
Solitamente le reunion dopo anni di latitanza non portano nulla di buono ma in questo caso particolare Industrial Complex risulta come una boccata d'ossigeno per gli estimatori del genere, costretti a sorbirsi per anni poco originali pastrocchi in stile "elettro-goth" un po' tutti uguali e fini a se stessi con l'assenza di un minimo di ricerca sonora.

Ma analizziamo nel dettaglio cosa riserva questo CD all’ascoltatore:

Promises, Payroll, Travelling
Tre brani nel più classico stile Nitzer Ebb potrebbero essere presi ad esempio per spiegare cosa si intende per EBM.
Non ci potrebbe essere miglior presentazione di Promises per aprire questo disco, veramente un marchio di fabbrica inconfondibile con il bass-sequencer potente e scandito come mai.
Once You Say , My Door is Open, Going Away Con questi brani si può apprezzare il riuscito mix tra elettronica e funky largamente usato anche nei loro lavori precedenti(soprattutto Showtime); da evidenziare il cameo di Martin Gore al backing Vocals in "Once You say".
Hit Your Back , I am Undone Il lato più accessibile ma anche quello meno usuale per il gruppo. Tuttavia, soprattutto I Am Undone, si può definire senza esagerare uno dei brani più ispirati mai scritti da McCarthy, veramente molto suggestivo.
Never Known , Kiss Kiss Bang Bang , Down On Your Knees Il giusto riemipitivo per incorniciare l'album che si ricollega al mood del primo trittico senza però coinvolgere come le precedenti.

In definitiva Industrial Complex è un buon lavoro, non passerà alla storia della musica come pietra miliare dell’elettronica, ha però le potenzialità per dare visibilità ad un genere che non l’hai mai avuta e può essere un ottimo ascolto propedeutico per conoscere i Nitzer Ebb visto che è il loro lavoro più ecclettico e vario ed attinge con successo dalle loro precedenti esperienze.

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